Non per voler essere provocatori, ma forse, prima di decidere che stufa o caldaia comprare, converrebbe decidere che tipo di pellet abbiamo intenzione di utilizzare!
È infatti decisivo, anche nelle scelte relative all’impianto, che qualità di pellet andremo ad usare.
Quando leggiamo la scheda tecnica di un pellet abbiamo imparato a dare attenzione a umidità, ceneri, potere calorifico e sopra tutto, al contenuto di azoto, zolfo e cloro: sappiamo che questi fattori potranno influenzare non solo il rendimento del nostro impianto, ma anche la frequenza della manutenzione e la stessa vita della nostra stufa, caldaia o termocamino, hanno insomma un impatto economico piuttosto rilevante.
Tra tutti questi dati stampigliati sulle buste del pellet che acquistiamo, sono certamente le ceneri uno dei fattori da tenere maggiormente sotto osservazione.
Le ceneri hanno una problematica di tipo “pratico” (più sono le ceneri e più frequentemente dovremo rimuoverle), ma possono determinare problemi ben più seri a livello ambientale.
Infatti, più sono alte le ceneri e più sono elevate le emissioni di polveri inorganiche al camino della nostra stufa, termocamino o caldaia, e questo problema, per essere contenuto, ha bisogno di sistemi di abbattimento, ovvero di filtri.
Naturalmente la tecnologia, in tale direzione, è avanzatissima e consente, con i filtri, un abbattimento delle polveri assolutamente compatibile con le norme in essere, ma la questione è che si tratta di dispositivi spesso costosi e, quando parliamo di stufe a pellet, termocamini, o caldaie, i costi per “aggiungere” queste componenti potrebbe rendere l’impianto non economicamente sostenibile.
Questo è tanto più valido quando parliamo di piccoli impianti di riscaldamento domestici.
Inoltre (ed è una problematica piuttosto seria) la presenza di quantitativi rilevanti di polveri inorganiche determinata dalle ceneri, crea problemi agli impianti termici a condensazione (sono quegli apparecchi che consentono il recupero di una parte del calore contenuto nel vapore acqueo presente nei fumi emessi a camino).
Ecco perché la scelta del pellet è così importante non solo per la resa energetica, ma anche per la nostra salute e per la salute dell’ambiente.
Usare pertanto pellet di qualità è una scelta che si rivela sia nel breve periodo che nel lungo, ottimale per la vita delle nostre stufe e delle nostre caldaie domestiche: in generale, da qualche tempo, la tendenza delle aziende produttrici di impianti e la stessa normativa, stanno andando in questa direzione ovvero la raccomandazione di utilizzare pellet certificato.
In tal senso si è anche attivata l’AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) che promuove l’utilizzo di pellet certificato e di qualità, anche per far uscire il pellet dal faro di contestazioni nel quale era caduto a seguito della grande attenzione di media e consumatori che da molto tempo stigmatizzano la problematica delle PM10 e delle polveri sottili in generale, in parte imputata ad impianti vecchi (camini aperti ad esempio) o a biocombustibili di bassa qualità.
Certo, le ceneri non sono l’unico imputato relativamente alle emissioni di combustione, che sono influenzate anche da altri parametri quali azoto, cloro e zolfo.
Attenzione pertanto quando comprate il pellet: piu’ sono bassi sono questi valori e meglio è.
Azoto, cloro e zolfo in combustione producono gas inquinanti quali ossidi di azoto, anidride solforosa e acido cloridrico.
Pertanto se questi elementi sono presenti in modo massiccio, si rende indispensabile la presenza di un impianto di abbattimento di questi fattori inquinanti, con tutti i costi che ciò comporta.
Nella sostanza però solo i grandi impianti industriali sono dotati e possono ragionevolmente dotarsi di questi apparati.
Per tutti questi motivi è estremamente importante verificare le caratteristiche del pellet che avete intenzione di utilizzare e ricordate che un pellet non certificato puo’ essere un pellet di qualità, ma un pellet certificato è certamente un pellet di qualità!